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Che cos’è la quintana?
Il gioco della quintana è un’antica forma di competizione medievale / rinascimentale che richiedeva destrezza e abilità da parte dei cavalieri. Consisteva nel colpire con una lancia una parte di un manichino, solitamente lo scudo.
cosa significa quintana?
L’origine del termine “quintana” deriva dal latino quintāna via, che indicava la quinta strada nel campo romano tra il quinto e il sesto manipolo, dove si svolgevano mercati ed esercitazioni militari. Nel corso del tempo, il termine ha iniziato a designare il palo utilizzato per le esercitazioni militari.
le origini della quintana
Inizialmente il palo era sormontato da una tavola o da uno scudo, e nel Medioevo il gioco era aperto a giovani di ogni estrazione sociale. I partecipanti potevano essere a piedi, utilizzare un cavallo di legno o addirittura gareggiare sull’acqua. Tuttavia, i cavalieri erano gli unici a poter partecipare a cavallo e utilizzavano la quintana come addestramento per le giostre equestri, combattimenti tra due cavalieri armati di lancia che divennero molto popolari.
Per rendere il gioco più rischioso e divertente, venne aggiunto un braccio articolato perpendicolare al palo o al manichino, dal quale pendeva una mazza collegata a una catena o a un mazzafrusto.
Nel XVII secolo vennero introdotte alcune varianti della quintana.
- la “giostra dell’anello”, in cui il cavaliere doveva infilare un anello posto su un braccio a T o tenuto da uno scudiero, e la vittoria andava a chi staccava più anelli;
- la “prova degli scudi rovesciati”, in cui il cavaliere doveva rovesciare con la lancia scudi posti in equilibrio al suolo;
- il “passaggio d’arma”, in cui il cavaliere doveva colpire con la lancia uno scudo fisso dall’altra parte dello steccato tenuto da un cavaliere avversario.
La quintana moderna
Oggi vengono organizzate rievocazioni storiche della quintana in diverse città italiane: Ascoli Piceno (Quintana di Ascoli Piceno), Faenza (Palio del Niballo), Foligno (Giostra della Quintana) e Arezzo (Giostra del Saracino).
Quintana di Ascoli Piceno
La Quintana di Ascoli Piceno è una rievocazione storica medievale che include la tradizionale giostra equestre. Si tiene due volte all’anno, a luglio e ad agosto, e coinvolge i sei sestieri della città. L’edizione di luglio è dedicata alla Madonna della Pace, mentre quella di agosto è in onore di Sant’Emidio, patrono di Ascoli Piceno. La manifestazione comprende vari eventi che si svolgono a partire dal mese di giugno.
La Giostra della Quintana ha radici antiche e alcuni la fanno risalire al IX secolo. Durante la giostra, i cavalieri cercano di colpire un busto raffigurante un moro, simbolo del nemico della fede.
La manifestazione coinvolge un imponente corteo storico composto da oltre 1500 figuranti che indossano costumi ispirati al XV secolo. Ogni sestiere utilizza colori diversi per distinguersi, e la sfilata si muove per le strade del centro storico di Ascoli Piceno fino a raggiungere il Campo dei Giochi, dove si svolge la giostra equestre.
La Quintana è stata ripresa nella sua forma moderna nel 1955 dopo un periodo di interruzione. Ogni edizione ha visto l’aggiunta di nuovi costumi e figure. La manifestazione è molto seguita e rappresenta un momento importante per gli ascolani, che si preparano per l’evento durante tutto l’anno.
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La Giostra della Quintana di Foligno
La Giostra della Quintana è un torneo cavalleresco e una manifestazione storica in costume che si tiene a Foligno. Si svolge due volte l’anno: la giostra della sfida la sera del secondo o terzo sabato di giugno, e la giostra della rivincita nel pomeriggio della seconda o terza domenica di settembre. La competizione coinvolge 10 cavalieri rappresentanti dei rispettivi rioni.
I rioni prendono il nome da quelli in cui Foligno era suddivisa tra il XIII e il XVIII secolo. Le insegne dei rioni sono tratte da fonti iconografiche del periodo tardo moderno. I rioni che partecipano sono: Ammanniti, Badia, Cassero, Contrastanga, Croce Bianca, Giotti, La Mora, Morlupo, Pugilli e Spada.
La manifestazione della Giostra della Quintana è preceduta da eventi che coinvolgono l’intera popolazione di Foligno, come sfide goliardiche, rievocazioni storiche, la fiera dei soprastanti (un mercato che ripropone l’atmosfera storica), il palio di San Rocco (una sfida goliardica con asini) e il Segni Barocchi festival (con spettacoli, mostre e feste in costume).
Il corteo storico si svolge la sera prima della giostra, con rappresentanze dei rioni che indossano abiti tipici del periodo barocco. Ogni rione sfilano con il proprio stemma, il gruppo politico, il gruppo nobiliare (con la Dama di Giostra come figura centrale) e il gruppo equestre (con il cavaliere e il suo seguito).
La giostra si tiene nello stadio chiamato “Campo de li Giochi”, che ha la forma di un otto. I cavalieri devono percorrere il tracciato nel minor tempo possibile, cercando di sfilare gli anelli dalla statua del Dio Marte. Ogni anello sfilato e presentato ai giurati vale punti, mentre abbattere le bandierine comporta penalità. La giostra si divide in tre tornate, con anelli di diametro decrescente per aumentare la difficoltà. Il vincitore è il cavaliere che ottiene il punteggio più alto nel minor tempo totale, e al rione vincitore viene consegnato un palio come premio.
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Niballo Palio di Faenza
Il Niballo – Palio di Faenza: un viaggio affascinante nella storia. Faenza, Italia – I cavalieri, le dame, i musici e i destrieri si preparano per un emozionante viaggio nel tempo. Cinque Rioni si sfideranno per conquistare il Palio, il premio più ambito. Le appassionanti Gare delle bandiere si svolgeranno nella splendida cornice di una delle piazze più belle del paese. E non mancheranno suggestive cene propiziatorie, rievocazioni storiche, stand gastronomici e feste che animeranno tutto il mese della competizione. Tutto questo è il Niballo – Palio di Faenza.
Sin dal 1959, il Niballo – Palio di Faenza si tiene la quarta domenica di giugno, rappresentando molto più di una semplice gara: è il costante rinnovo di una tradizione che affonda le sue radici nella Faenza medievale e rinascimentale, e che ancora oggi emoziona con i suoi colori, le sue musiche e le sue sfide appassionanti.
La storia del Palio affonda le sue radici nel Medioevo faentino, un’epoca dominata dalle lotte tra guelfi e ghibellini. La prima giostra di cui abbiamo notizie è la Giostra del Barbarossa, una quintana voluta dall’imperatore Federico Barbarossa nel gennaio 1164. Questo evento aveva lo scopo di verificare la maestria dei faentini in battaglia e si svolse con armi di legno in un orto chiamato Broylo, situato dietro la casa dei Manfredi, nel Rione Giallo. Questa giostra rimase impressa nella memoria popolare e, nel corso dei secoli, si tennero altre quattro giostre a Faenza.
Il Palio di San Nevolone è probabilmente il palio tradizionale più antico di Faenza. Si svolgeva il 27 luglio ed era organizzato dalla “matricola dei calzolai” in onore di San Nevolone. Non si conosce con precisione la data di inizio di questa manifestazione, ma si sa che avvenne qualche anno dopo la morte di San Nevolone, avvenuta il 27 luglio 1280. A quei tempi, il giorno di San Nevolone era festivo e i calzolai celebravano la festa con una sfilata tra i vari Rioni. Si può quindi affermare che già nel Duecento esisteva a Faenza uno spirito di rivalità tra i Rioni, che a volte sfociava anche in diatribe politiche.
Nel 1410, Gian Galeazzo I riformò gli Statuti della città, stabilendo le offerte che la comunità doveva fare in occasione delle principali feste cittadine. Tra queste norme, venne regolamentata la festa dell’Assunta del 15 agosto, durante la quale il popolo si recava in Santa Maria Foris Portam per offrire ceri, e la festa dei Santi Pietro e Paolo del 29 giugno, con offerte fatte al Capitolo dei Canonici per l’abbellimento della Cattedrale. Il Palio dell’Assunta, chiamato bravium, si svolgeva il 16 agosto e il premio per il vincitore era un palio, un drappo di stoffa finissima di colore verde. Questa tradizione è stata poi recuperata nel Palio del Niballo.
Il Palio di San Pietro si svolgeva il 29 giugno, nel giorno dedicato al Santo. Le prime notizie ufficiali risalgono agli Statuti del 1410, ma potrebbe essere ancora più antico, poiché San Pietro è stato da tempi remoti il patrono di Faenza. La nascita di questo palio potrebbe essere legata alla festa di San Pietro che si celebrò dal 1379 al 1387. A partire dal 1410, l’unica differenza rispetto al Palio dell’Assunta era il colore del drappo, che diventò rosso anziché verde. La gara partiva sempre da Pieve Ponte e i premi per i vincitori erano gli stessi: un palio, una porchetta e un gallo con spezie. A discrezione del Podestà, la corsa poteva essere effettuata a cavallo o con i cavalli lanciati dai loro barbareschi, e in tal caso, la velocità e l’abilità dell’animale decidevano il Rione vincitore.
Le prime notizie ufficiali sulla Quintana del Niballo risalgono al 13 febbraio 1596, ma molto probabilmente si svolgeva già prima. A differenza delle altre manifestazioni legate alle festività religiose, la quintana si teneva nell’ultima settimana di carnevale, con un palio offerto dal Consiglio degli anziani. La quintana, costruita in ferro, venne chiamata Niballo, derivando dall’italianizzazione della parola “Annibale”. Questa parola rappresentava in senso ampio il nemico moresco, il terribile saracino. Solo i nobili avevano il privilegio di partecipare, mentre il popolo tifava per uno dei contendenti, talvolta scatenandosi a tal punto da richiedere l’intervento del governatore della città. Alcuni documenti confermano che questa competizione, alla quale si collega l’odierno Palio del Niballo, si tenne fino al 1796, quando la rivoluzione francese portò sconvolgimenti anche a Faenza.
Oggi, il Palio di Faenza si svolge in una versione moderna che mette alla prova la velocità, la precisione e la tenacia dei cavalieri del Niballo. La prima edizione del Palio nella sua versione moderna si tenne il 28 giugno 1959, nella vigilia della festa di San Pietro, patrono della Cattedrale di Faenza. Da allora, la Giostra si disputa ogni anno la quarta domenica di giugno, con la partecipazione dei cinque cavalieri rappresentanti dei cinque Rioni di Faenza: il Borgo Durbecco, il Rione Giallo, il Rione Nero, il Rione Rosso e il Rione Verde. La sfida inizia “al calar del sole”, come da tradizione. Il Palio di Faenza è una sfida unica nel suo genere che coinvolge i due contendenti, a cavallo, nel colpire il bersaglio posto sul braccio teso del Niballo. La gara è avvincente, impegnativa e incerta fino all’ultimo istante: un singolo giro non basta al cavaliere per vincere il palio, un drappo decorato ogni anno da un noto artista. Una caratteristica distintiva della Giostra di Faenza è che ogni partecipante affronta ben otto giri di gara. Ogni cavaliere sfida gli avversari e viene a sua volta sfidato da tutti gli altri. Alla fine di ogni sfida, il vincitore conquista uno scudo del Rione battuto e, dopo venti tornate, il cavaliere con il maggior numero di scudi viene proclamato vincitore del palio.
Oltre alla competizione, il Niballo è molto più di una semplice gara. Attorno a essa si sono sviluppate altre manifestazioni che animano la vita della città di Faenza nel mese di giugno, noto come il “mese del Palio”, e in altre occasioni durante tutto l’anno. Le celebrazioni iniziano con la cerimonia della Donazione dei ceri a maggio e si concludono con la Nott de Bisò il 5 gennaio successivo, durante la quale viene bruciato un fantoccio rappresentante il nemico saraceno nella piazza del Popolo, segnando la chiusura dell’anno del Niballo.
Durante tutto il mese di giugno, i cinque Rioni di Faenza organizzano le “Settimane del Palio”, che offrono una serie di eventi, stand gastronomici, cene propiziatorie e feste. Queste settimane diventano un’occasione per vivere la Giostra del Niballo in un’atmosfera festosa e conviviale. Le sedi dei Rioni diventano punti di riferimento per una varietà di eventi culturali, manifestazioni sportive e stand gastronomici che presentano il meglio della cucina romagnola.
Giostra del Saracino di Arezzo
Arezzo ospita un affascinante torneo equestre conosciuto come la Giostra del Saracino. Pur avendo radici nel periodo medievale, questo evento si svolge regolarmente dal 1931 e coinvolge i quattro quartieri della città: Porta Crucifera (conosciuto anche come “Colcitrone”), Porta del Foro (conosciuto anche come “quartiere di Porta San Lorentino”), Porta Sant’Andrea e Porta Santo Spirito (noto anche come “quartiere della Colombina” e corrispondente all’antico quartiere di Porta del Borgo).
La Giostra del Saracino si tiene nella suggestiva Piazza Grande di Arezzo due volte l’anno: la prima il penultimo sabato di giugno, in notturna, dedicata a San Donato, patrono della città, e conosciuta come “Giostra di San Donato”; la seconda la prima domenica di settembre, di giorno, dedicata alla sacra immagine della Madonna del Conforto, protettrice di Arezzo, e denominata “Giostra della Madonna del Conforto”.
La storia di questo magnifico evento affonda le sue radici nel Medioevo, la Giostra a Arezzo viene disputata fin dal XIII secolo. Inizialmente, questa competizione cavalleresca era un esercizio militare che si è trasformato nel corso del tempo in una manifestazione nella quale i cavalieri si sfidavano durante celebrazioni speciali o per dimostrare la loro abilità.
Dante Alighieri stesso fa riferimento a tornei e giostre visti ad Arezzo all’inizio del XXII canto dell’Inferno. La testimonianza più antica di un torneo cavalleresco a Piazza Grande risale al 1260, quando venne organizzato per celebrare l’investitura a cavaliere dell’ordine dello Speron d’oro di Ildebrandino Giratasca. Successivamente, nel novembre 1331, furono menzionati tornei con le lance svoltisi ad Arezzo per celebrare una missione diplomatica in Francia. Nel corso dei secoli, sono documentate altre giostre organizzate per festeggiare personalità illustri, come Alessandro de’ Medici, duca di Firenze, Ferdinando I de’ Medici, granduca di Toscana, Cosimo II de’ Medici e Francesco Maria II della Rovere, duca di Urbino. Anche Napoleone Bonaparte ha ricevuto onori simili nel 1810 e nel 1811.
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